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In un medaglione a conchiglia incorniciato da finti motivi architettonici in trompe l'oeil e` raffigurata la scena dell'incontro tra la dea Luna e Endimione. I due protagonisti dell'episodio sono rappresentati nella meta` sinistra dell'affresco: la dea Luna, con la mezzaluna in fronte, contempla rapita il bel pastore mentre Cupido sta per scoccarle una freccia. Al centro, un amorino siede fra due cani da caccia, simboli di Diana, con la quale la dea Luna viene spesso assimilata. Sulla destra, tre donne, molto probabilmente le tre Grazie, completano la scena; una regge una lancia, caratteristico attributo di Diana cacciatrice, ma non della dea Luna.
L'affresco appartiene al fregio figurato che si snoda nella parte superiore della sala di Diana o della Luna di palazzo Trotti e racconta le vicende della Luna e di Endimione. La realizzazione dell'opera e` stata ricondotta dalla critica a un'unica campagna decorativa commissionata intorno al 1750 al pittore ticinese Giuseppe Antonio Orelli, figura di spicco del barocchetto lombardo. L'artista affresco` un cospicuo numero di sale del palazzo, prediligendo il tema delle favole amorose tratte sia dal mondo classico che da quello rinascimentale. Negli anni 1985/1986 e` stato realizzato un intervento di restauro dell'intera decorazione pittorica di palazzo Trotti a cura dello studio Cappelletti-Tocci, che ha eliminato tutte le ridipinture dovute a interventi integrativi precedenti.